molti vedranno e avranno timore

e confideranno nel Signore”

(Salmo 40,4)

 

 

Il Ripamonti testimonia l’intenzione del Cardinal Federigo di stendere la biografia di sr. Virginia, allorché, dopo averci informato che il Borromeo, continuò a visitare saltuariamente sr. Virginia presso il ricovero delle convertite di S. Valeria, sottolineando che Egli “V’andava […] or ad inchiesta delle donne stesse sollecitate da lei, ora spontaneo, tratto dall’ammirazione e dalla cura intrapresa, sì per conoscere le opere della Grazia ogni dì maggiori, sì perchè al muliebre animo non mancasse un direttore e maestro fra quelle ammirabili opere”, aggiunge che, “Venne in fine la cosa a tale, che il cardinale, per gran prove convinto della divinità verace e presente, e che il Cielo applaudiva alla conversione di quell’anima, v’applaudì anch’ egli, e la volle proposta ad onorevole esempio”, essendo convinto che, diffondendo la notizia di questa “mirabile conversione operata dalla Grazia di Dio, non solo si darà lode a Dio ma “molti vedranno e avranno timore e confideranno nel Signore” (Salmo 40,4).

Ma oltre a questa “testimonianza”, lasciataci dal Card. Borromeo nel suo scritto su sr. Virginia penitente, da cui abbiamo tratto i passi riportati e di cui ci dà conferma il Ripamonti, abbiamo anche un altro “documento federiciano” riguardante la monaca di Monza.

Il Card. Borromeo, infatti, come abbiamo detto, fin dall’inizio, fin da quando cioè si era reso conto del reale intervento della Grazia nella vita di sr. Virginia (del profondo mutamento interiore avvenuto in lei e della veridicità dei fenomeni soprannaturali che le accadevano e che erano certamente di origine divina e non “naturale” o “diabolica”, come si poteva supporre o temere sulle prime), aveva formulato la ferma intenzione di inserire, in un’eventuale ristampa del Philogios, sive de amore virtutis, il caso di sr. Virginia Maria De Leyva e, a tal fine, prima ancora del testo citato, aveva tracciato alcuni appunti schematici, quasi un “indice” degli argomenti e degli eventi da sottolineare in una trattazione successivamente da farsi.

In questo documento autografo del Card. Borromeo, riportante, per così dire, i “titoli” degli argomenti da considerare, e rinvenuto dall’allora prefetto dell’ambrosiana Achille Ratti (il futuro Pio XI), dopo alcuni accenni al “vitae progressus et malitiae” partendo dai “Diabolica tentamenta”, che sr. Virginia supera grazie al lungo periodo penitenza e di ascesi che ha caratterizzato gli oltre tredici anni della sua carcerazione, si passa ad evidenziare come le lacrime di pentimento e compunzione tanto copiosamente versate da sr. Virginia siano “lacrymae non a natura”, (non sono, cioè, di natura fisica, ma traggono origine dalla coscienza del proprio peccato). Il Cardinale passa poi a porre l’accento sul “gradus humiltatis” della vita condotta da sr. Virginia dopo la scarcerazione, cosa che la porta a vivere una vita ritirata e penitente, nel più stretto silenzio, amando e cercando la solitudine ma rimanendo aperta, nel contempo, a ad una profonda disponibilità verso le persone con cui vive o con le quali entra in contatto, in atteggiamento di umile “dilectio et obedientia superiorum” ed in uno stato volontario di “paupertas summa”.

Non vengono poi trascurate le “aegritudines diuturnae et cum pericolo magno sopportate e superate da sr. Virginia solo grazie al soccorso divino per giungere, infine, ad evidenziare come sr. Virginia “omnia dona celestia credit superiorum merito habere”.

Achille Ratti, rinvenendo questo scritto, si rese immediatamente conto dell’importanza di tale ritrovamento tanto da pubblicarlo accompagnato dalla seguente testimonianza: “si tratta di un autografo del Cardinale Federico Borromeo, in cui questi abbozza per sommi capi la vita della “Signora”, e proprio dando la parte di gran lunga più larga alla sua conversione e penitenza, insomma alla sua riabilitazione. [ …]. Un piccolo foglio semplice di sole due facciate e scritto in una sola di esse. [ …] Il primo richiamo mi venne dal titolo prefisso [ …] il titolo dice: Per il libro Philogios [ …] il libro è di contenuto essenzialmente agiografico [ …] Vi lascio immaginare quello che provai quando sotto fin dal titolo, continuando, lessi: Di suor Virginia penitente [ …] Il piccolo foglio in così poche parole ci aveva già detto molto [ …] In pochi tratti profondamente pensati e sentiti ci ha delineato un profilo degno di un grande artista, un profilo, nel quale, proprio come in certi famosi ritratti, si compendia e palpita tutta una vita, e una tal vita che da veri abissi di delinquenza sale su fino alle vette della più alta spiritualità. E del pregio artistico è ancora più grande e prezioso il valore morale e storico.”

Ratti, dunque, pubblica lo scritto e fa, dei sedici punti del succinto testo autografo del Borromeo da lui rinvenuto all’Ambrosiana nel 1912, la seguente “traduzione commentata”:

1) Vitae proressus et malitiae: inizi di quella vita e i suoi primi smarrimenti;

2) Casus sed moderati: cadute, ma moderate;

3) Tentamenta divina: inviti e quasi benefiche tentazioni da parte di Dio;

4) Inter caetera perpetuus stimulus numquam amissus: il rimorso non lo perdette mai;

5) Poena, confessio et illuminatio: la pena le è provvida sventura; confessa le sue colpe; si rifà piena luce nel suo spirito;

6) Carcer: e succede l’espiazione vera, lunga, rigorosa;

7) Vita et experta divina : un vero ritorno alla vita, fisica e morale, naturale e soprannaturale, con invidiabili esperienze della divina bontà e misericordia;

8) Diaboli tentamenta: Il demonio torna alla riscossa con le sue tentazioni;

9) Lachrymae non a natura: lacrime che non provengono da naturale sensibilità, ma dal cuore contrito ed umiliato;

10) Gradus humilitatis: progressivi gradi di umiltà;

11) Dilectio et obedientia superiorum: continuo assoggettamento a volontà superiori, di cui la convertita riesce a fare il suo amore;

12) Cessatio tentationum: cessano le tentazioni al male;

13) Epistolae scriptae et exemplaria epistolarum: lettere scritte ma anche copie che il Cardinale esigeva ne fossero conservate e a lui trasmesse;

14) Paupertas summa: povertà con tutte le sue durezze e privazioni;

15) Egritudines diuturnae et cum pericolo magno: malattie lunghe, gravi e grandemente pericolose;

16) Omnia dona celestia credit superiorum merito habere: conforto dei doni celesti di cui non riconosce in sé alcun merito e tutto riferisce al merito dei superiori.