LE SUPERIORE IN CARICA  AL TEMPO DELLA RELAZIONE

“Riflettevo per comprendere, ma fu arduo agli occhi miei”
(Salmo 73,16)

 

 

 

Negli  anni intercorsi tra il 1589 - anno in cui Marianna De Leyva entra nel Monastero di S.Margherita - e il 1607 - anno in cui sr. Virginia Maria viene, per disposizione del Card.Borromeo, viene trasferita nel Monastero milanese di S Ulderico (detto del Bocchetto) -  nel Monastero monzese di S. Margherita, nella carica di Superiora, si alternarono ben quattro religiose: Madre Imbersaga, la superiora in carica quando, il 15 marzo 1589, Marianna De Leyva fece il suo ingresso quale postulante; Madre  Beatrice, che rimase in carica solo due anni (dal 1600 al 1602); Madre Homati, eletta nel 1602, dopo la morte di madre Beatrice, la quale  resterà in carica fino al 29 luglio 1606 ed infine Madre Sacchi, la Superiora in carica quando, 1607 sr. Virginia venne prelevata dal Monastero di S. Margherita, per essere trasferita nel Monastero milanese del Bocchetto, in attesa di essere esaminata e giudicata su quanto accaduto tra lei e Gio Paolo Osio.
Come vedremo nei capitoli seguenti, ciascuna di esse, assunse, nei confronti di sr. Virginia, in rapporto alla di lei relazione con il conte Osio e alle conseguenze che questo comportò nell’ambito della vita monastica della comunità, comportamenti diversi.
Per tutte, però, al di là del comportamento che ciascuna, nell’esercizio del proprio periodo di superiorato,  assunse nei confronti di quanto sr. Virginia andava intessendo, pensiamo possa valere il versetto 16 del Salmo 73: “Riflettevo per comprendere, ma fu arduo agli occhi miei”, dato che, nessuna di esse, di fronte a quanto andava accadendo, avrà preso le decisioni che ha poi attuato, a cuor leggero e senza averle profondamente meditate e sofferte prima.

Tralasceremo di considerare la figura di Madre Beatrice, in quanto, essendo rimasta in carica solo due anni, di lei non ci sono giunte notizie precise.
Dagli scarni accenni che alcune suore, durante il processo, fanno riguardo al suo superiorato, si desume che essa dovesse essere di animo molto mite e, anche per quanto riguarda il suo comportamento nei confronti di sr. Virginia (e quindi la relazione di quest’ultima con l’Osio), ci è dato sapere solo che   “tra loro passava molta amicitia”.