QUESTO È GESÚ, FIGLIO DI MARIA,

PAROLA DI VERITÁ DI CUI ALCUNI DUBITANO. 

(Sura 19,34)

 

 

Per accostarci alla figura di Gesù, e tentare di comprendere quale ruolo essa rivesta, nella teologia coranica, è necessario farlo tenendo presente sia il punto di vista cristiano (che permette di ricercare le eventuali affinità e differenze) sia il punto di vista islamico (che permette di evidenziare il ruolo e la collocazione che, all’interno del Corano, l’Islam attribuisce a Gesù). 

Degna di considerazione è, infine, la tradizione sufica, sebbene, tale posizione, non sia riconosciuta dall’Islam ufficiale e “tradizionalista”.

Nell’ambito della dottrina islamica la figura di Gesù è tenuta in grande considerazione. Di rilievo è, infatti,  il posto che, l’Islam, riserva tanto a Gesù quanto a Maria, sua madre ed è proprio grazie a questa rilevanza, che si riscontra nell’accostarsi al Gesù Coranico, che si può giustificare il perché, all’inizio del sorgere della realtà islamica, in ambito cristiano, si tendeva  a considerare l’Islam semplicemente come una delle tante eresie cristiane sorte lungo i secoli.

Il Gesù che emerge dalle pagine del Corano, però, è un semplice uomo e non è, quindi, certo, il Gesù cristiano. Si veda, ad esempio, la Sura IV, dove, al versetto 171 si legge: O gente del libro! Non oltrepassate i limiti della vostra religione! Riguardo a Dio dite solo la verità! Il Messia, Gesù, figlio di Maria, non è che il messaggero di Dio, il suo verbo che Egli depose in Maria, e uno spirito che proviene da Lui. Credete dunque in Dio e nei suoi messaggeri e non dite “Tre!” .

Guardando anche solo l’indice analitico  del testo coranico è interessante notare come grande importanza teologica sia attribuita ai “nomi” che il Corano dà a Gesù: Figlio di Maria; Verbo di Dio; Verbo di verità; servo di Allah; profeta di Allah; inviato di Allah; … ma è indispensabile tener sempre presente che, ben raramente, il significato che l’Islam attribuisce a tali definizioni, equivale a quello attribuitovi dalla tradizione cristiana. 

Il Corano stesso, infatti, seppure attribuisca a Gesù i titoli sopraccitati, sottolinea contemporaneamente, più volte e con fermezza, che Gesù: 

- non è Dio: “Certo sono miscredenti quelli che dicono: “Il Messia, figlio di Maria, è Dio” mentre invece il Messia ha detto: “O figli d’Israele adorate Dio, mio e vostro Signore” ( Sura V, 72), 

- non è Figlio di Dio:  “Gli ebrei dicono: “Esdra è figlio di Dio” e i Cristiani dicono: “Il Cristo è figlio di Dio”Questo è ciò che dicono con la loro bocca, imitando ciò che dicevano i miscredenti che li hanno preceduti. Dio li maledica! Come sono fuorviati!” (Sura IX, 30), 

- non è la terza Persona della Trinità: “ Sono miscredenti quelli che dicono: “In verità Dio è il terzo di tre”, mentre invece non c’è altra divinità se non un Dio solo”  (Sura V, 73). 

È da tener presente, però, anche che “la Trinità”, cui l’Islam si oppone, è composta da Dio, Maria e Gesù), 

- non è morto di morte umana: “(Gli Ebrei) affermano “abbiamo ucciso il Messia, Gesù figlio di Maria, messaggero di Dio!” In realtà non l’hanno né ucciso né crocifisso, ma qualcun altro fu reso ai loro occhi simile a Lui … ” (Sura IV 157)

L’Islam presenta Gesù come “posto dal principio sotto la protezione di Dio”. 

Fin dall’istante stesso della nascita di Maria, sua madre, il Corano afferma la protezione divina su Maria e suo figlio contro Satana.: “ E quando ebbe partorito disse: “ Signore ho partorito una femmina … L’ho chiamata Maria. La metto sotto la tua protezione, lei e i suoi discendenti, contro Satana, il lapidato”. (cfr. Sura 3,36).

Inoltre, sia Maria, (definita colei che preservò la sua verginità al fine di accogliere l’annuncio della nascita di quel figlio, che Allah aveva stabilito di far nascere da lei), sia Gesù, il figlio da lei nato, sono, per l’Islam, “un segno della misericordia di Dio”: “ Gabriele rispose: “Così sar! Il tuo Signore ha detto: “È cosa facile per me” Noi faremo di lui un segno per gli uomini e un atto di misericordia da parte nostra. È cosa decretata!” (Sura 19,21)

Notiamo così che anche i musulmani credono nella verginità di Maria, seppure, il fatto che Gesù nasca da una madre vergine, non abbia, per l’Islam, nessun significato in ordine alla Salvezza (anche perché, come dicevamo nel precedente articolo, per la religione coranica non c’è nessuna “Economia di Salvezza” né, tanto meno, “Redenzione” cristianamente intesa.)

La nascita verginale di Gesù da Maria, nella concezione islamica, perde, di conseguenza, tutto il suo significato cristiano (di redenzione, purificazione dal peccato, inizio di un’umanità nuova…) e diviene una “semplice azione arbitraria” di Dio.Gesù nasce da Maria perché così Dio ha stabilito.

La stessa concezione verginale è anch’essa un exploit di Dio che “compie ciò che vuole”. 

Anche se presso i popoli antichi, una “nascita verginale” era sinonimo di una “nascita divina”, non così è per i musulmani poiché, per l’islam, la paternità implica sempre il rapporto sessuale, cosa inconcepibile in riferimento a Dio.

Molti sono, inoltre, anche i “silenzi” del Corano, a riguardo degli episodi della vita stessa di Cristo. Non c’è alcun accenno, infatti, né del Battesimo, né alla Pasqua, né all’Epifania divina, né alla vittoria riportata sulla morte. 

Per quanto riguarda, poi, la missione di Gesù il Corano, la presenta solo come un generico ministero profetico che si concretizza nel semplice invito/ammonimento a rivolgere un culto sincero a Dio secondo i dettami del monoteismo di Abramo.

Si tratta, dunque, di un Gesù profeta dell’Islam, semplice anticipatore di Muhammad che si contrappone al Gesù cristiano, Salvatore e Signore, presentato dai Vangeli. Nella Sura 5, 46 si legge: “Sulle orme dei profeti abbiamo poi mandato Gesù, figlio di Maria, a conferma del Pentateuco rivelato prima di lui e gli abbiamo dato il Vangelo, in cui c’è guida e luce a conferma del Pentateuco che l’aveva preceduto, guida e monito per chi teme Dio”.

Gesù viene qui definito “figlio di Maria”, è presentato come “uno dei profeti inviati da Dio”, venuto nel mondo per confermare il Pentateuco (dopo averlo, però, in un certo senso, “aggiornato” attenuandone alcuni divieti) tramite il Vangelo da lui portato; ed il messaggio, da lui proposto è molto semplice: adorare Dio e sottomettersi ad Allah. 

 

IL SUFISMO

 

La corrente del sufismo islamico presenta la figura di Gesù  secondo gli scemi musulmani ma caricandola anche di alcune “attitudini” cristiane. 

Come fa notare Bormans, nella tradizione sufica Gesù è visto come l’Imam dei sufi e degli asceti, asceta-anacoreta, separato dall’ambiente familiare e familiarizzato con quello naturale, errante nella solitudine, con una tunica rattoppata, considerato il sigillo della santità, dotato della scienza dell’alfabeto divino e del segreto del “fiat” creaturale.” Gesù, secondo questa visione è dunque anche “lo Spirito di Dio” e come tale può, dunque, animare ogni essere.

Il Corano parla, soprattutto, delle origini di Gesù e della sua dimensione esclusivamente umana. Anche in conseguenza a ciò, molti musulmani dimostrano un certo (uno spiccato) interesse per il messaggio delle Beatitudini e l’insegnamento sociale di Gesù.

Così facendo, si dimostrano, in un certo senso, “imitatori moderni” di quei mistici musulmani, i Sufi, che, nei secoli scorsi, hanno definito Gesù come la guida dei viandanti” e, talvolta, “il suggello dei santi”.

Non mancano, quindi, nella letteratura musulmana, biografie di Isa (=Gesù) dove gli autori riprendono, a volte, anche versetti e passi dei Vangeli canonici (salvo, poi, una volta estrapolati dal loro contesto, “piegarli” alle tesi islamiche)

L’Islam ufficiale, però, rifiuta questa via basata sull’interpretazione del messaggio morale di Gesù, proprio come rifiuta il Sufismo. 

 

 

“…ABBIAMO MANDATO PURE GESÚ, FIGLIO DI MARIA.

GLI ABBIAMO DATO IL VANGELO… “

(Sura 57,27)

 

LO PSEUDO VANGELO DI BARNABA

 

La tradizione teologica coranica ha elaborato la figura di Gesù basandosi o sugli Apocrifi cristiani - senza probabilmente nessun confronto con i testi canonici – o sui testi Vangeli  “rielaborati” però tramite alcune giustapposizioni dei fondamentali assunti islamici riguardanti la falsificazione dei testi  scritturistici da parte di ebrei e cristiani e della sostituzione, nell’ambito della crocifissione, di Gesù con un altro.

Molti musulmani considerano lo pseudo Vangelo di Barnaba il vero Injil (=Vangelo?)

Seppure sia stato ampiamente dimostrato (dagli studi critico-testuali) che esso è sicuramente un apocrifo del 1575 circa e che il suo autore si riveli “ignorante” riguardo alla geografia palestinese, è stato ampiamente tradotto in arabo Il testo originale di questo Vangelo, si trova nella biblioteca di Vienna, è scritto in dialetto italiano-veneto,  è composto da 222 capitoli dei quali, i primi 27, presentano un titolo come le Sure coraniche oltre ad alcune annotazioni in margine scritte in un arabo, talvolta, scorretto.

Tale proto-vangelo racconta la vita e la predicazione di Gesù secondo gli stessi parametri usati dal Corano e presenta la figura di Gesù esattamente come l’intende l’Islam. In esso, infatti, Gesù:

- è visto come il precursore del vero messia, il profeta perfetto che ha da venire

- rifiuta qualsiasi titolo che lo possa porre al di sopra della condizione umana e nega ogni  insegnamento riferito alla Trinità o all’Incarnazione.

- è condannato a morte dagli ebrei, sfugge ed è assiso in cielo, mentre, al suo posto, viene crocifisso Giuda.

Contro la tesi musulmana che vede nello pseudo Vangelo di Barnaba il vero Injil, è da notare che:

- Tale Vangelo, nel suo argomento centrale, contraddice lo stesso Corano, poiché rifiuta, per Gesù, il titolo di “messia” (che il Corano, invece, gli attribuisce, ad es. nella Sura 3,45 dove si recita: “E ricorda anche quando gli angeli dissero a Maria: O Maria in verità Dio ti dà il lieto annuncio di una Parola che proviene da lui. Il suo nome sarà Messia, Gesù figlio di  Maria, illustre in questo mondo e nell’altro e uno dei più vicini a Dio” ) e lo conferisce, indebitamente, a Muhammad.

- Tale testo è rimasto ignoto fino al 1908 e non è mai stato menzionato nella polemica islamo-cristiana precedente.

- I rapporti dottrinali esistenti tra S. Paolo e Barnaba, che vengono confermati dagli Atti degli Apostoli, ed il sicuro rapporto di amicizia, che legava Barnaba a S. Marco, permettono di ritenere, con fondata certezza, che l’insegnamento di Barnaba aderisse a quanto contenuto nel Vangelo di Marco.

 

INFLUSSI ERETICI

 

Diversamente dalla dottrina cristiana (che attesta l’autenticità e l’antichità dei Vangeli Canonici), e in conformità con quella gnostica ( che difende l’autenticità e la definitività della “sua” rivelazione), i musulmani difendono l’autenticità e la definitività della rivelazione coranica, incondizionatamente e senza ammissione di dialogo o confronto eventuali interlocutori. Da qui può nascere anche la supposizione, da certuni avanzata, di un’eventuale o possibile influenza gnostica sulla formazione di alcune “verità di fede” della religione islamica.

Paralleli si notano anche nei confronti dell’eresia iniziata da  Marcione, il quale vede Gesù come semplice messaggero di Dio. L’eresia marcionita contrappone il Dio dell’AT (considerato un “Dio cattivo) al Dio del NT (visto, invece, come “il Dio buono”).Gesù, per Marcione è il messaggero del Dio Sommo e Buono.

Per quanto riguarda le possibili influenze gnostiche è da rilevare come, ad esempio, Il Vangelo della Verità (Vangelo gnostico) consideri e presenti il Vangelo come dono diretto di Dio e come, analogo concetto, sia espresso, a riguardo del Corano, nella Sura7,2 dove si legge: “Questo è un libro che ti è stato rivelato: non sia dunque nel tuo animo alcuna inquietudine a riguardo” e, nella  Sura 4,82 contro le opposizioni mosse dai non credenti si dice: “Non esaminano dunque il Corano? Se venisse da altri e non da Dio vi troverebbero molte contraddizioni”.

Nel Vangelo della Verità Gesù, poi, afferma che distruggerà il Tempio per indicare che eliminerà il culto ebraico. Anche i musulmani ritengono che il Corano, e di conseguenza il credo islamico, sia la pienezza della Rivelazione e, come tale, l’Islam sia destinato a sostituire ogni altro culto.

Infine, tanto gli gnostici che i musulmani, sostengono la morte semplicemente apparente di Gesù in croce.

Per gli gnostici, Gesù, nella crocifissione, venne sostituito dal cireneo.

Per i musulmani Gesù, nella crocifissione, venne sostituito da qualcun altro (le ipotesi sull’identità precisa del sostituto, sono varie).

Gli gnostici sostengono l’impossibilità della morte in croce di Gesù perché avversando la materia, Gesù non poteva avere un corpo materiale e, di conseguenza, non poteva materialmente morire in croce.

I musulmani sostengono l’impossibilità della morte in croce di Gesù perché ciò è contrario all’insegnamento teologico islamico riguardante il trionfo del giusto e della giustizia, nell’ambito della lotta contro il male e i nemici di Allah, lotta nella quale lo stesso Allah è impegnato in prima persona in vista della vittoria.

Anche la conseguente “ascensione” di Gesù al cielo non è che un atto misterioso e gratuito di Dio che fa ciò che vuole e che ogni mussulmano accetta come dato di fede, senza ricercarvi o attribuirvi alcun significato teologico se non, appunto, la totale libertà d’azione di Allah.

Molti musulmani considerano Gesù “un presagio dell’ora” cioè dei tempi escatologici e, in conseguenza a ciò, sono convinti che egli ritornerà come musulmano.

 

 

“ABBIAMO UCCISO IL MESSIA, GESÚ FIGLIO DI MARIA,

MESSAGGERO DI DIO” 

(Sura 4, 157)

 

 I MUSULMANI E “LO SCANDALO DELLA CROCE”

 

Il mistero della Croce, come già anticipato nell’articolo precedente, è totalmente estraneo alla visione religiosa islamica che lo rifiuta tanto sul piano “storico” quanto sul piano “teologico”.

 

 

ORIGINI CORANICHE DEL RIFIUTO

 

Nelle Sure III e IV (entrambe medinesi) si afferma che i giudei non sono riusciti ad uccidere Gesù perché Dio stesso è intervenuto per salvarlo.

La stessa esegesi musulmana della Sura III, 55 è divisa sul significato dell’espressione “ti farò morire” traducibile anche come Richiamare a sé”. Il significato più “comune”  è quello di far morire ma anche qui, alcuni lo interpretano come ti farò dormire”, altri come ti strapperò dalla terra con il tuo spirito e il tuo corpo”.

L’ascensione al cielo di Gesù, dunque, per alcuni sarebbe anteriore alla sua “dipartita dalla terra”, mentre per altri sarebbe posteriore: dipende, infatti, dal significato che viene  attribuito al versetto sopraccitato.

Nel commento alla Sura IV, 157, rifacendosi al Vangelo di Barnaba (di cui abbiamo parlato nel secondo articolo dedicato alla figura di Gesù) si ipotizza che il “sostituto”, morto al posto di Gesù, sia stato Giuda.

Per quei commentatori che, sulla scia neoplatonica, non considerano il corpo come una parte essenziale dell’essere umano, non c’è alcuna difficoltà ad ammettere che Gesù possa essere stato crocifisso poiché, in questo caso, la crocifissione avrebbe causato solo la morte del corpo di Gesù.. Questa tesi, però, esula dalla concezione classica musulmana e come tale non può essere ritenuta quella “ufficiale”.

Il commento del Manar afferma che l’opinione prevalente è che Dio abbia innalzato Gesù, in corpo e anima, fino al cielo. Questa tesi sarebbe avvalorata dal riferimento all’ascensione notturna di Muhammad durante la quale il Profeta asserisce di aver visto Gesù nel II° cielo.

Posto come punto fermo l’impossibilità che Gesù, quale “servitore di Allah”, non poteva essere sottoposto all’infamia della croce, per la tradizione musulmana, resta solo da stabilire l’identità del “sosia / sostituto” che sarebbe stato crocifisso e, dunque, sarebbe morto, al posto di Gesù: un “volontario” che aveva risposto alla chiamata di Gesù (alcuni ipotizzano lo stesso Pietro)? Giuda? Un criminale qualunque posto in quella situazione da Dio stesso? … il dibattito rimane aperto.

 

ORIGINI STORICHE DEL RIFIUTO

 

La tradizione musulmana fornisce molti particolari sugli ultimi istanti di Gesù e sul suo ritorno sulla terra come “mahdì” (musulmano)alla fine dei tempi. Ciò è dovuto anche alle varie eresie cristiane con cui l’islam, nel suo sorgere, ebbe contatti, rimanendone, indirettamente influenzato. Tra queste sette ricordiamo:

 i nestoriani, che  pensavano che Gesù fosse stato crocifisso “solo nella carne”, quindi nella sua umanità e non nella sua divinità.

I melchiti, che, invece affermavano che la divinità di cristo avesse sì sofferto la croce e la morte, ma non direttamente.

I Giacobiti, infine, che affermavano che la crocifissione e la morte, avessero colpito il Messia stesso nel suo essere “sostanza generata”

 

ORIGINI TEOLOGICHE DEL RIFIUTO

 

Rifiuto della Redenzione

Nell’Islam la Salvezza consiste in una purificazione dell’anima dalle diverse credenze pagane o paganeggianti e dai costumi “corrotti” ad esse correlate. Per giungere alla salvezza personale non è ammesso nessun “mediatore” né alcun “mezzo magico” (come la croce): la salvezza e la redenzione nell’Islam dipendono da ciò che si trova nell’animo umano.

La felicità corporale e spirituale dell’uomo, in questo e nell’altro mondo, dipende solo da ciò che si ha nell’anima. La fede in un “!Redentore”, dunque, è vista come un idolatria: un associare a Dio un’altra “divinità” e questo, per l’Islam, è un peccato gravissimo, in quanto costituisce un attacco diretto al TawhidI (Dio è unico e solo) e falsa la relazione del credente con Dio, relazione fatta di totale sottomissione e di responsabilità “diretta”. Per il Corano, poi, è assurdo che qualcuno debba o possa soffrire per le colpe di qualcun altro.

 

Rifiuto della sconfitta

I Musulmani rifiutano la croce perché la croce significa “apparente sconfitta” e “abiezione totale”, mentre per il Corano, il credente è sempre accompagnato dai segni della vittoria.

L’Islam rifiuta l’immagine tragica della Passione non solo perché ignora il dogma della Redenzione, ma perché, per esso, la Passione sarebbe sinonimo della sconfitta stesa di Dio. 

Ponendo l’analisi ad un livello ulteriore si nota, inoltre, che il Corano, non riconosce alcun valore all’amore che si sviluppa nel sacrificio e nel dono di sé  per i nemici (lo comprende per i soli amici).

 

ESISTONO PROSPETTIVE PER UN POSSIBILE LIVELLO DI COMPRENSIONE?

 

Sorge spontaneo, a questo punto, l’interrogarsi su quali siano le eventuali possibilità di confronto, su questo tema, tra musulmani e cristiani.

C’è, in primo luogo da notare che le sofferenze dell’agonia umana, soprattutto nei santi e nei profeti, non sono totalmente estranee neppure alla pietà musulmana. Nella stessa terra dell’Islam,  infatti, molti riformatori e militanti politici, hanno esaltano il ruolo redentore di chi “sacrifica la propria vita per gli altri”  riprendendo la formula che i musulmani di ogni tempo, hanno sempre posto sulla bocca dei loro eroi La mia vita sia sacrificata per te”. 

Partendo da tali esempi, la coscienza musulmana moderna potrebbe, forse, giungere ad estendere la dimensione della sua esperienza religiosa sul senso della sofferenza e scoprirvi degli accordi; tanto più che deve riconoscere che, con il passare dei secoli, la pietà e la liturgia dei musulmani, hanno conferitola Profeta Muhammad, un ruolo di primo piano sia nella guida della loro comunità sia nell’intercessione presso Dio in favore dei credenti..

I Cristiani, da parte loro, per poter giungere ad un proficuo dialogo, che non cada nel sincretismo ma presenti le tesi cristiane nella realtà della loro portata salvifica, sono chiamati a riscoprire nella sua pienezza il Mistero Pasquale su cui la loro fede si fonda: Gesù non è solo morto per noi, ma è anche risorto, ‘’“primizia di coloro che sono morti”. Non bisogna, inoltre dimenticare o tacere che alla partecipazione a tale mistero di “morte e risurrezione” in Cristo, siamo chiamati tutti noi.

 

 

“EGLI PARLERÁ AGLI UOMINI FIN DALLA CULLA COME UN ADULTO

(Sura 3, 46)

 

In questo e nel prossimo articolo, anche se, così esposti, potranno apparire forse un po’ schematici e, di conseguenza aridi, vorremmo tentare di analizzare alcune Sure che si riferiscono alla figura di Gesù.

Il metodo “schematico” è stato scelto perché ci sembra il più adatto per un “confronto diretto”. Questo permetterà di porre in evidenza, con maggior facilità e chiarezza, quali sono i possibili parallelismi e i vari contrasti intercorrenti  tra ciò che l’A.T. ed il N.T. dicono, su questo tema, e ciò che le Sure, prese in considerazione, espongono.

 

CHI  È GESÚ

Ci chiediamo, innanzitutto, chi è Gesù. A tale domanda il Corano risponde sostenendo le seguenti affermazioni:


1) “È il Verbo di Dio deposto in Maria

Sura 4,171

 “ O gente del libro! Non oltrepassate i limiti della vostra religione! Riguardo a Dio dite solo la verità! Il Messia, Gesù, figlio di Maria, non è che il messaggero di Dio, il suo verbo che Egli depose in Maria, e uno spirito che proviene da Lui. Credete dunque in Dio e nei suoi messaggeri e non dite “Tre!” 

NOTIAMO CHE: “Verbo viene inteso qui come sinonimo di “messaggero”. Quest’affermazione coranica si pone all’opposto di quella giovannea (Il Verbo era Dio,…) e di tutti quei passi dell’AT e del NT in cui Gesù viene proclamato “Figlio di Dio” (cfr, ad esempio, Is. 42,1; Mt. 25,3; Mc. 1,11…).

Viene nuovamente negata la figliolanza divina di Gesù, definendolo un semplice “messaggero” di Dio. Gesù, in questa Sura, viene definito “Suo verbo” (sottinteso “di Dio”) e “spirito che da Lui proviene”, ma, sia il termine “verbo”, che è usato come sinonimo di messaggero, sia il termine “spirito”, che, per l’ideologia musulmana qui sottostante, non comporta alcuna caratteristica divina, non intendono in alcun modo attribuire a Gesù alcuna caratteristica che non sia prettamente umana.

In questa Sura viene inoltre esposto un concetto errato della Trinità (Maria è presentata come la terza persona della Trinità al posto dello Spirito Santo).

 

2)Messaggero di Dio”

Prendiamo in considerazione, a questo riguardo, due Sure:

 Sura 4, 157

“(Gli Ebrei) affermano “abbiamo ucciso il Messia, Gesù figlio di Maria, messaggero di Dio!” In realtà non l’hanno né ucciso né crocifisso, ma qualcun altro fu reso ai loro occhi simile a Lui … ” 

NOTIAMO CHE: Si definisce Gesù come “messaggero”, ma, per il NT, Gesù è “il Figlio di Dio”, non un semplice “messaggero” In questa Sura si nega, inoltre, la morte in croce di Gesù (anche perché, per i musulmani, la morte in croce è una cosa ignominiosa, priva di qualsivoglia valore redentivo). Si sostiene che Gesù non fu ucciso ma sostituito. È da sottolineare, però, che la Sura 3, 55, in opposizione a questa (la sura 4, 157), sostiene che Dio ha predetto a Gesù la morte e l’ascensione. Il contrasto viene risolto, dagli esegeti musulmani, affermando che Dio è libero di abolire una Sura, sostituendola con una Sura successiva e giocando sul fatto che, la radice del verbo arabo usato, può significare tanto “elevare” (e da qui l’interpretazione della predetta ascensione) quanto “issare” (e ciò induce l’interpretazione della morte in croce, alla quale, però Gesù si sottrae venendo sostituito).

Sura 61,6 

“Ricorda inoltre quando Gesù, figlio di Maria, disse: “O figli di Israele in verità io sono il messaggero di Dio, mandato a voi per confermare il Pentateuco rivelato prima di me e per dare il lieto annuncio di un messaggero che verrà dopo di me e che sarà chiamato Ahmad”. 

NOTIAMO CHE: Questa Sura è importante poiché, è fondandosi su di essa che, secondo il credo islamico, si sostiene l’essere Muhamad, e non Gesù, “il sigillo dei profeti”. Infatti: sia “Ahmad” sia “Muhammad” derivano dal medesimo radicale arabo “H M D” -“lodare”- e di conseguenza, entrambi i nomi, usati dal Profeta, diventano sinonimi assumendo il medesimo significato di “molto lodato”

Ciò, però, contrasta nettamente con il N. T.. in quanto, nel Vangelo, Gesù non si definisce mai “messaggero” e, soprattutto, non annuncia alcun “profeta venturo”, in quanto è Lui stesso la piena e perfetta rivelazione del Padre.

Quanto ai passi anticotestamentari che dovrebbero, secondo il Corano, attribuirsi a Muhammad, essi sono gli stessi che la tradizione cristiana attribuisce a Cristo: Deuteronomio 18,15 “Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto” e Deuteronomio 18,18 “io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò”. Il Passo Neotestamentario cui si fa riferimento è, invece, Gv. 15,26 “Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza”.

 

3) Parola di verità che alcuni mettono in dubbio 

Sura 19, 34

Questo è Gesù figlio di Maria, Parola di verità di cui alcuni dubitano”.

NOTIAMO CHE: Per comprendere questo versetto è necessario leggerlo nel contesto dei precedenti, dove la nascita di Gesù è descritta in uno scenario idilliaco, tipico della cultura araba del deserto (ai piedi di una palma chwe, scossa, dà datteri freschi e , vicino ad un fresco ruscello) In questa descrizione si possono scorgere alcuni elementi che richiamano la fuga di Agar nel deserto e altri che si ritrovano nei Vangeli apocrifi.

Torna, inoltre  il concetto di “figlio di Maria”, dove l’espressione è posta ad indicare la totale “umanità” di Gesù e la semplice missione di profeta ad lui affidata. Tutto ciò è in contrasto con Gv. 14,6-7.9 dove Gesù dice di Sé: “«Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto … Chi ha visto me ha visto il Padre.”

 

4) Non è Dio né Figlio di Dio 

Sura V, 72

“Certo sono miscredenti quelli che dicono: “Il Messia, figlio di Maria, è Dio” mentre invece il Messia ha detto: “O figli d’Israele adorate Dio, mio e vostro Signore” 

NOTIAMO CHE: Viene smentita la figliolanza divina di Gesù, in contrasto con i Vangeli. Si sostiene che Dio, poiché può tutto ciò che vuole, se volesse potrebbe anche distruggere il mondo e il suo messia Questo è in contrasto anche con la visione biblica di un Dio misericordioso che ama l’umanità(cfr. anche Gen. 8,2 “non distruggerò più la terra”. 

Gesù nel vangelo condanna alla Geenna chi non ha vissuto le opere di misericordia (cfr. Mt. ) ma non è né Gesù né Dio che condannano (inteso in senso di “giudizio legalistico”); è l’uomo stesso che, non avendo amato il prossimo, rifiuta la logica amore e, di conseguenza, si auto esclude dal Regno di Dio che è amore.

Gesù, poi, nel Vangelo, dice che saranno perdonati tutti i peccati, tranne quelli contro lo Spirito Santo.

 

5) Segno e atto di misericordia per gli uomini 

Sura 19,21

 “Gabriele rispose: “Così sarà! Il tuo Signore ha detto: “È cosa facile per me”. Noi faremo di lui un segno per gli uomini e un atto di misericordia da parte nostra: è cosa decretata”

NOTIAMO CHE: Per il Cristianesimo Gesù è molto di più di un semplice “Segno e atto di misericordia per gli uomini”: è il Figlio di Dio, il Redentore, Colui che opera ed attua la Salvezza, e come tale è definito nel Vangelo.

 

6) Uomo giusto e guidato da Dio 

Sura 6,85

E abbiamo pure guidato Zaccaria e Giovanni Battista, Gesù ed Elia, ognuno dei quali fu nel numero dei giusti”

NOTIAMO CHE: Nel Vangelo, Gesù non è “uno dei giusti” al pari di Zaccaria, Giovanni Battista etc. A tale proposito si vedano, ad esempio , i passi di Lc. 24,27; Mt. 3,11; Gv. 1,33;, dove viene esplicitamente sottolineata la superiorità di Gesù e il suo essere “il Figlio di Dio”.

 

 

“GESÚ NON È CHE UN PRESAGIO DELL’ORA DEL GIUDIZIO”

(Sura 43,61)

 

Continuiamo l’analisi, iniziata nello scorso articolo, degli aspetti che caratterizzano la figura del Gesù Coranico. Prenderemo in considerazione “i nomi” e “le caratteristiche” a Lui attribuite.

 

 

I NOMI ATTRIBUITI A GESÚ 

 

1) “il suo nome è Messia” (Sura 3, 45)

“E ricorda anche quando gli angeli dissero a Maria: “O Maria  in verità Dio ti dà il lieto annuncio di una Parola che proviene da Lui. Il suo nome sarà il Messia, Gesù figlio di Maria, illustre in questo mondo e nell’altro e uno dei più vicini a Dio”.

Nella Bibbia, però, tanto nell’AT quanto nel NT, non è mai detto che “si chiamerà Messia”. In Isaia, tanto per prendere un passo dell’AT, è detto “Consigliere ammirabile” (Is. 9,6) oppure “Emmanuele, Dio con noi” (Is. 7,14). Nel NT, al momento dell’Annunciazione (Cfr. Mt. 1,21 e Lc. 1,31) è definito invece “Figlio di Dio”; “Figlio dell’Altissimo”. Non c’è, nella Scrittura, nessun passo che possa giustificare l’affermazione coranica

Il termine “Messia”, inoltre, è qui usato col significato di “unto”, “consacrato” ma non nell’accezione di “redentore dell’umanità”. Gesù, per il Corano, è uno dei più grandi profeti ma è pur sempre un semplice profeta.

 

2) “Figlio di Maria”

Molteplici sono le Sure che definiscono Gesù come figlio di Maria. Tra esse:

- Sura 2, 87 

… a Gesù, figlio di Maria, abbiamo dato prove evidenti della sua missione e lo abbiamo fortificato con lo Spirito di Santità” 

NOTIAMO CHE: Se nel complesso, tale definizione può essere definita “accettabile”, non altrettanto può dirsi dell’espressione, contenuta in questa, “lo abbiamo fortificato con lo Spirito di Santità” in quanto, per noi cristiani, lo “Spirito” è identificato con lo “Spirito Santo”, mentre, il Corano, identifica lo “Spirito” con la figura dell’Arcangelo Gabriele. 

- Sura 5, 17 

Sono davvero miscredenti quelli che dicono: “il Messia, figlio di Maria, è Dio”. Rispondi: “Chi potrebbe in qualche modo opporsi a Dio, se egli volesse annientare il Messia, figlio di Maria e sua madre e tutti quelli che sono sulla terra?”

NOTIAMO CHE: Viene nuovamente negata la figliolanza divina di Gesù

- Sura 5, 75 

“Il Messia, figlio di Maria, non è che un messaggero di Dio, come gli altri che furono prima di lui, e sua madre era una santa, ma entrambi mangiavano come tutti gli altri”.

NOTIAMO CHE: Si ha qui la sottolineatura dell’umanità di Gesù e di sua madre, Maria. (“prendono cibo come tutti gli uomini” ) e viene, quindi, implicitamente negata la divinità di Gesù.

- Sura 5, 78

Quelli tra i figli d’Israele che non cedettero sono stati maledetti per bocca di Davide e di Gesù, figlio di Maria; questo perché furono ribelli e prevaricatori e non impedivano gli uni agli altri di fare il male. Era ben turpe ciò che facevano” 

NOTIAMO CHE: Gesù, nel Corano, viene descritto mentre maledice i miscredenti (in particolare i cristiani e gli ebrei, in quanto i cristiani affermano la figliolanza divina di Gesù e quindi la sua divinità; mentre gli ebrei si mostrano, a detta del Corano, arroganti e chiusi nelle loro certezze di fede). Nel NT, invece, è importante notarlo, Gesù, seppure capita che, in svariate occasioni, ammonisca, a volte anche aspramente ( cfr. ad esempio “Mt. 23,13 :“Guai a voi…” Mt. 11,21: “Guai a te, Corazim…” Mc. 9,19: “O generazione incredula…” ) non maledice mai nessun uomo. L’unica maledizione di Gesù, nel Vangelo, è rivolta al fico sterile.

 

- Sura 23, 50 

Anche di Gesù, figlio di Maria, e di sua madre abbiamo fatto un segno e a entrambi abbiamo dato rifugio su di un’altura  tranquilla ricca di sorgenti d’acqua”

NOTIAMO CHE: Gesù e Maria sono presentati come un “segno”, alla stregua di Mosè e di Aronne, e dunque come semplici messaggeri latori del messaggio divino.

 

 

 

LE CARATTERISTICHE ATTRIBUITE A GESÚ 

 

“È come Adamo creato direttamente da Dio senza padre umano” 

Sura 3, 59

“In verità agli occhi di Dio Gesù è come Adamo, che Dio creò dalla polvere dicendogli: “Sii” ed egli fu”

NOTIAMO CHE: Sebbene possa apparentemente richiamare il concetto paolino di Romani 5, 12-21, il contenuto presentato da questa Sura è completamente diverso. Mentre, infatti, Paolo oppone Cristo (autore della redenzione e, di conseguenza, portatore di vita- ad Adamo (autore del primo peccato e portatore, conseguentemente a ciò, di morte), il Corano pone le due figure in parallelo solo in quanto entrambi non hanno un padre umano ed entrambi creati “direttamente” da Dio.

Questa Sura è, quindi,per il cristianesimo, inaccettabile, giacché è contraria alle diverse professioni di fede, presenti nei diversi passi neotestamentari (Cfr., ad es. Gv. 1,1; Gv. 8,18; Mc. 14,61; Rm. 5,12…) riguardanti la divinità di Gesù e la sua figliolanza divina .

Inoltre, per il credo cristiano, Gesù non è stato “creato” ma “generato”dalla stessa sostanza del Padre.

 

È illustre in questo mondo e nell’altro 

Sura 3,45

“E ricorda anche quando gli angeli dissero a Maria: “Oh Maria, in verità Dio ti dà il lieto annnunzio di una Parola che proviene da Lui. Il suo nome sarà Messia, Gesù figlio di Maria, illustre in questo mondo e nell’altro e uno dei più vicini a Dio”

NOTIAMO CHE: Questa Sura è in contrasto sia con il passo evangelico dell’Annunciazione, sia con Fil. 2,8-11 dove Gesù viene esaltato al di sopra di tutti.

 

È  proposto come esempio ai meccani che però lo rifiutano 

Sura 43, 59

“In verità, Gesù non è che un nostro servo cui abbiamo accordato i nostri favori, facendone un esempio per i figli di Israele”.

NOTIAMO CHE: Quanto qui esposto può essere accettato se lo si considera come una “difesa di Gesù” (fatta da Maometto alla Mecca) e una “sottolineatura della superiorità di Gesù” rispetto agli idoli pagani (in cui i meccani credevano ancora).

 

Cammina sulle orme dei profeti 

Sura 5, 47

NOTIAMO CHE: Secondo le tesi islamiche, Dio manda Gesù con il semplice scopo di confermare il Pentateuco. Per il Corano Gesù viene mandato da Dio a confermare il Pentateuco con il suo Vangelo. Nel NT si legge invece: “non sono venuto ad abolire ma a dare compimento” (Mt. 5,17-19). La Buona Novella annunziata da Gesù, dunque, è il compimento ultimo e definitivo della Legge, non una sua semplice conferma.

 

Dio gli dà prove evidenti e lo fortifica con lo Spirito di santità (si intende Gabriele)

Sura 2,87. 253

 

Sura 2,87; 

Sura 2,853 

cfr. “il figlio di Maria” dove si spiega che per spirito s’intende Gabriele.

Non si dice , inoltre, quali siano queste “prove evidenti” (lo si dice nella Sura 5,110)

Cfr. Is. 61,1-2; Lc. 4,17; Gv. 12, 37-40

 

Sura 5,110 

In questa Sura si elencano  quali sono le prove evidenti date da Dio a Gesù per confermarlo nella sua missione. Esse sono:

Parla dalla culla come un adulto (cfr. Vg. Apocrifi)

Fabbrica uccellini d’argilla (cfr. Vg. Apocrifi) 

Risana? Un cieco nato (cfr. Vg. Apocrifi oltre che canonici) 

Risana? Un lebbroso (cfr. Vg. Apocrifi oltre che canonici), 

Risuscita alcuni morti (cfr. Vg. Apocrifi oltre che canonici); 

presenta una saggezza eccezionale (cfr. Vg. Apocrifi)

È importante notare che, nel Corano, Gesù compie tutte queste opere solo “con il permesso di Dio” e n’è, quindi, un semplice “esecutore”.